Richiedere un finanziamento è una necessità che, presto o tardi, si palesa nella maggior parte dei cittadini italiani. Negli ultimi quindici anni, d’altro canto, la perdita del potere d’acquisto accusata dagli abitanti del Belpaese è stato alquanto significativa: nell’intera area dell’Unione Europea, solo i cittadini ciprioti e greci hanno fatto registrare una diminuzione più marcata.
L’esigenza di ottenere liquidità per far fronte a spese impreviste o programmate, di conseguenza, diventa talvolta impellente. E contrarre un prestito, dopo aver valutato attentamente tutte le condizioni proposte, è una preziosa freccia nell’arco a disposizione dei consumatori, che ricorrono a questa opportunità, talvolta, come difesa dei propri risparmi, onde evitare che vengano depauperati eccessivamente con l’acquisto di un bene.
Non esiste nessun vincolo di legge per richiedere un prestito anche se ve ne è in corso un altro
Adesso, però, arriviamo al punto del nostro articolo: ogni quanto è possibile richiedere un prestito personale? È possibile richiederlo più volte anche se non ho lo stipendio? Quando potrebbero non accettare il mio finanziamento? Una serie di quesiti che qualunque consumatore si è posto perlomeno una volta nella vita e ai quali, spesso, non si riesce a dare una risposta.
Per quanto riguarda la periodicità con la quale richiedere un finanziamento, non esiste, in tal senso, una legge che vieti ad un singolo cittadino di poter richiedere, anche a distanza di brevissimo tempo, un nuovo prestito personale: la fattibilità della richiesta, però, è soggetta alla valutazione dell’ente creditizio erogante.
E’ fuor di dubbio, tuttavia, che richieste reiterate nell’arco di breve termine, oltretutto non adeguatamente motivate, possano portare ad una serie di rifiuti che vengono segnalate anche nella Centrale Rischi Interbancaria e possono essere visualizzate, di conseguenza, da tutte le finanziarie dislocate nel nostro paese: il respingimento di un significativo numero di richieste, non è certo propedeutico all’accoglimento di una futura domanda di finanziamento.
Qualora si inoltrasse una domanda di prestito dopo aver ottenuto da poco tempo l’erogazione di un finanziamento, è opportuno valutare l’ipotesi di estinguere quello appena richiesto ed ottenerne uno nuovo di un importo la cui somma eccedente rappresenti la liquidità richiesta: in questo modo, l’ente erogante non si espone eccessivamente verso il richiedente e quest’ultimo non dovrà far fronte a più impegni mensili, con una sola rata da pagare alla scadenza pattuita.
Prestito senza busta paga, il finanziamento al quale può accedere anche chi non percepisce reddito
Un problema che si palesa, non di rado, ad un numero cospicuo di richiedenti, è quello dell’eccessiva numerosità dei prestiti in ammortamento, che implicano il pagamento di diverse rate a scadenze differenti. Una situazione che rischia di creare qualche spiacevole inconveniente, come ad esempio il mancato pagamento di una rata, in grado di poter ledere l’onorabilità del contraente, come accade quando viene effettuata una segnalazione negativa nella CRIF.
In questi casi, onde evitare l’insorgere di problematiche come quella summenzionata, è opportuno ricorrere ad una forma di finanziamento che sia in grado di raggruppare in un’unica rate tutti i prestiti in ammortamento e, se necessario, fornirci quella liquidità aggiuntiva di cui necessitiamo: il consolidamento debiti. Una tipologia che, col passare del tempo, è diventato sempre più apprezzato dagli italiani, che riescono a far fronte ai propri impegni in maniera più snella ed agevole.
Dopo aver risposto ad alcuni dubbi relativi alla periodicità con la quale si può richiedere un finanziamento, ed agli eventuali motivi che possono portare ad un rifiuto della richiesta, ci concentriamo sull’ultimo quesito che gli italiani, specie negli ultimi anni, si sono posti frequentemente: è possibile chiedere un prestito anche se non sono percettore di reddito certo e continuativo?
Grazie ad una forma di finanziamento particolarmente innovativa, come il prestito senza busta paga, la risposta è affermativa. Esistono, tuttavia, alcuni vincoli. Qualora non si disponesse di un reddito alternativo, come il percepimento di un canone di locazione di un immobile di proprietà, piuttosto che l’assegno di mantenimento dell’ex coniuge, è indispensabile che la richiesta sia supportata dalla firma di un garante, che non abbia un’eccessiva esposizione debitoria e risulti solvibile.