“Dottore, ho fatto le analisi del sangue, quando le dovrei rifare?”. Questa frase è senza dubbio la più nota e ripetuta che abbia sentito durante gli anni di lavoro ospedaliero e che trovo tuttora nella mia attività di medico internista e agopuntore.
C’è una grossa confusione in merito agli “esami del sangue” in quanto esiste un luogo comune ben radicato. Tutti credono che con un semplice prelievo di sangue si possa avere una risposta chiara alla domanda: “sono malato?”. Tuttavia non è affatto così semplice.
La complessità della medicina occidentale ci permette di fare tantissimi esami diversi, alcuni semplici e “di screening” per indagare le patologie più comuni, altri più complessi e specifici, spesso eseguiti come secondo livello di approfondimento o per valutare l’evoluzione di una malattia già nota.
Ma che esami fare? Vediamo di capire quali sono i più frequentemente utilizzati.
Esame emocromocitometrico
Questo esame è la base dell’ematologia. Permette un’analisi computerizzata del volume delle cellule in modo da eseguire un conteggio per ogni popolazione. Così avremo informazioni sul numero e caratteristiche dei globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e molto altro. Agli occhi di un ematologo esperto questo esame che appare banale può fornire una montagna di informazioni.
Biochimica plasmatica
Sotto questa vasta categoria, tra i valori più frequentemente ricercati, troviamo l’analisi degli elettroliti (minerali del sangue come sodio, potassio, calcio) e di alcune molecole come il glucosio, che può essere un campanello di allarme per un inizio di diabete e gli indici di funzionalità epatica e renale (Creatinina, AST, ALT, GGT, Colinesterasi) che solitamente vengono richiesti per monitorare la funzione di uno di questi organi nel momento in cui abbiano dato segni di malfunzionamento.
Esame delle siero-proteine
Nel sangue non ci sono solo cellule ma anche altre macromolecole: le proteine. La più famosa è l’albumina. L’analisi delle proteine totali e delle loro frazioni fornisce informazioni indirette sulla loro sintesi o il loro consumo. Alcune malattie ematologiche, anche gravi, danno chiare indicazioni della loro presenza proprio in questo esame.
Quadro lipidico
L’analisi dei grassi del sangue, come colesterolo, LDL, HDL, VLDL e trigliceridi, è importante per individuare eccessi, perché responsabili di un incremento del rischio cardiovascolare e eventuali deficit che fanno sospettare problemi di sintesi, a carico del fegato, o di assorbimento, legati all’intestino.
Coagulazione
Esame più particolare dei precedenti, valuta il complesso assetto coagulativo individuale. Viene sempre eseguito prima degli interventi chirurgici e oltre alle informazioni riguardo al rischio emorragico può fornire informazioni indirette sulla funzionalità di altri organi, come il fegato: la principale “fabbrica” dei singoli “ingranaggi” o fattori della coagulazione.
Ma cosa fare e quando fare le analisi del sangue?
La risposta è molto semplice: nel paziente sano non è necessario eseguire esami particolari, anche se possono capitare eccezioni legate all’anamnesi.
Gli unici esami consigliati a tutti sono i cosiddetti “test di screening”, che andrebbero eseguiti secondo le linee guida AUSL regionali, come il PAP test, la mammografia, la ricerca del sangue occulto fecale, la glicemia, il controllo della pressione arteriosa. Questi esami sono gli unici che hanno dimostrato un rapporto costo/beneficio favorevole e sono in grado di rilevare con anticipo una patologia potenzialmente grave, dandoci la possibilità di intervenire “in tempo”.
Quello che troppo spesso accade è che vengano eseguiti esami a sproposito, senza un motivo clinico, che mostrano alterazioni lievi di nessun significato specifico. Sulla base di queste alterazioni vengono fatti ulteriori esami di approfondimento, costosi e spesso non dirimenti. Non è infrequente che la conclusione di questo iter sanitario aberrante sia giungere all’esecuzione di un esame strumentale, come la TC o la colonscopia, per escludere una patologia che non sarebbe mai stata nemmeno sospettata se non fosse stato eseguito il primo esame non supportato dalla clinica. È importante tenere a mente che l’esecuzione di certi esami strumentali, oltre a rappresentare una spesa inutile per il nostro sistema sanitario già in crisi, sono per il paziente inutili e potenzialmente dannosi.
In conclusione è bene che il paziente scelga con cura un medico di fiducia al quale attribuire la responsabilità di scegliere coscienziosamente quali esami fare e quali esami non fare, per mantenere la propria salute e l’integrità della sanità pubblica.
Articolo a cura del Dr. Fabio Lodo, Medico specialista in Medicina Interna, Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese