Ogni quanto si ricalcola la rata del mutuo a tasso variabile?

La situazione immobiliare italiana negli ultimi anni, considerando soprattutto le numerose problematiche che si avvertono sotto tutti i punti di vista, non è certamente rosea, come dimostrato anche da alcune tipologie di mercato. Ad esempio, chi fa riferimento ad un appartamento in Liguria, guardando alla vendita case genova, potrà notare sicuramente quale sia stato l’importante cambiamento nel corso degli anni, a proposito del valore complessivo delle case.

In realtà, al di là di questo aspetto, c’è da sottolineare anche un elemento molto importante, relativo alla possibilità di accendere un mutuo a tasso variabile che, in molte occasioni, soprattutto per un discorso di tassi e di denaro da pagare, diventa piuttosto obbligato per tantissime persone.

Il mutuo a tasso variabile può essere considerato attraverso accezioni differenti, in base alle quali ci si può regolare anche a proposito delle tempistiche da rispettare, sapendo, più nel dettaglio, ogni quanto si calcola la rata del mutuo che dovrà essere pagata.

Ecco tutto ciò che c’è da sapere a tal proposito.

Mutuo a tasso variabile puro

La prima tipologia di mutuo a tasso variabile che potrà essere considerata è sicuramente il mutuo a tasso variabile puro o propriamente detto.

Si tratta esattamente della tipologia di mutuo che risponde maggiormente alla tipologia di accordo tributario di questo genere, dal momento che, sulla base di un accordo per le rate, chi vive all’interno di un appartamento dovrà pagare un prezzo differente, di volta in volta, in base al cambiamento del tasso di interesse a cui fare riferimento.

Si tratta di una situazione sicuramente molto spiacevole, dal momento che non si ha mai la certezza di quanto denaro dovrà essere speso per vivere all’interno di un determinato appartamento e, allo stesso tempo, la situazione di instabilità potrebbe tradursi anche in un insieme di difficoltà dal punto di vista fiscale e tributario.

In questo caso, la tassa si ricalcola ogni tre, sei o, più raramente, dodici mesi.

Mutuo a tasso variabile con opzione

Un’alternativa che potrebbe essere particolarmente utile per alcune tipologie di inquilino riguarda la cosiddetta opzione, che porta un mutuo a tasso variabile a poter diventare mutuo con tasso fisso, qualora ci sia l’urgenza di procedere con una tipologia di piano di ammortamento molto più concreta e, allo stesso tempo, sicura per quanto riguarda la certezza del denaro che dovrà essere speso a proposito del proprio mutuo.

Questa opzione di tasso fisso potrà essere realizzata sulla base delle classiche divisioni tipiche dei mutui con tasso fisso, con opzioni per 5,10 o più anni.

Mutuo a tasso variabile con ammortamento

Un’ultima tipologia di alternativa, per coloro che vogliono realizzare un mutuo con tasso variabile, può riguardare il cosiddetto ammortamento, che porta alla realizzazione di un mutuo con tasso variabile in cui si abbia una certezza sulla rata del contratto che dovrà essere pagata.

In realtà, non si tratta di un’opzione sempre piacevole, dal momento che, per avere certezza sugli importi, si perderà la sicurezza delle tempistiche e del ricalcolo della rata, dal momento che, in ogni occasione in cui si dovrà affrontare un cambiamento nel tasso di interesse annuale, potrebbe cambiare la disposizione delle rate in termini di tempistica.

Ad esempio, un mutuo realizzato sulla base di trent’anni, potrebbe aumentare, in termini di durata totale, se aumentano i tassi di interesse che dovranno essere sostenuti, per non garantire un pagamento di rate differenti da parte del mutuatario.

A questo punto, però, è importante sottolineare che, a differenza del mutuo a tasso variabile con opzione, non c’è la possibilità di convertire la tipologia di mutuo scelta che, per le banche, avrà comunque una durata massima di 35 anni, considerando i possibili cambiamenti del tasso di interesse.

 

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